Psicocinetica
La concezione funzionale della Psicocinetica (Scienza del movimento umano applicata allo sviluppo della persona) ha la sua base sia nelle scienze umane, sia in quelle biologiche per meglio individuare le condizioni dello sviluppo della persona. Secondo le concezioni moderne, lo sviluppo non s’interrompe con l’adolescenza, ma si prolunga nell’età adulta. La metodologia si applica, dunque, all’adulto e alla psichiatria geriatrica, oltre che al bambino. A seconda dei diversi casi, ciò che cambia sono i supporti e le modalità d’intervento. I riferimenti teorici restano gli stessi.
A) LA CONCEZIONE FUNZIONALE VEDE LA PERSONA COME UNA TOTALITA’ IN RELAZIONE CON UN AMBIENTE
La posizione fenomenologica che pone il problema della globalità del comportamento di fronte al mondo, permette di superare la doppia frattura:
- quella tra il soggetto e l’oggetto
- quella tra il corpo e lo spirito
Mettendo l’accento sull’azione e non soltanto sul pensiero, “il movimento come presenza del corpo nel mondo” (Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione), riprende un’importanza che gli era stata rifiutata finora dalla psicologia nel suo sviluppo. Il sapere psicologico si appoggia sull’esperienza corporea e mentale, vissuta dal soggetto, quando si confronta con il mondo degli oggetti e con le persone. Così si impone una doppia analisi:
- psicologica
- biologica e neuro fisiologica
B) RIFERIMENTI PSICOLOGICI
1) La teoria dell’equilibrio di Piaget
Essa pone su un piano operativo ciò che è espresso teoricamente nella concezione fenomenologica. Perché un essere si sviluppi non è sufficiente che realizzi un programma genetico definito, ma deve sempre adattarsi al suo ambiente, stabilendo scambi con esso. Il processo di adattamento implica una doppia direzione:
- l’organismo prende dall’ambiente gli elementi del proprio sviluppo: è il processo di assimilazione, di cui l’integrazione sensoriale rappresenta uno degli aspetti
- l’organismo reagisce in risposta all’ambiente, è il processo di accomodamento, con il quale egli si esprime, comunica quello che risente e interviene nel proprio ambiente.
Il movimento e il linguaggio sono le due traduzioni oggettive dell’accomodamento, i supporti osservabili, utilizzati dalla psicologia scientifica.
2) Le due funzioni del movimento nel modo di comportarsi
In relazione all’ambiente, il movimento ha una funzione di espressione e di comunicazione. Come lo sottolinea Wallon (Dall’atto al pensiero), fin dalla nascita, il dialogo del bambino con il mondo si fa attraverso il dialogo tonico-emozionale. Più tardi, le reazioni gestuali e mimiche, la posizione del corpo, prima spontanea e poi controllata, traducono una certa maniera d’essere della persona, in presenza di altri. La funzione pragmatica del movimento definisce la possibilità di agire efficacemente sugli oggetti e sul mondo materiale, attraverso l’acquisizione della coordinazione adattata. Essa è legata a diverse funzioni; la funzione semiotica del movimento rappresenta l’articolazione tra l’affettivo e il cognitivo.
3) Psicoanalisi e psicomotricità funzionale
Dagli anni ’60, la psicanalisi ha occupato un posto importante nella psicomotricità, mettendo l’accento sul problema affettivo e sull’importanza del processo inconscio nel campo dell’esplorazione psicologica. Tuttavia, le applicazioni che ne sono state fatte nel campo terapeutico e i risultati ottenuti, ci spingono a prendere le distanze da tale metodologia, senza negare gli apporti fondamentali di Freud. L’accento esclusivo messo sul piano affettivo e la confusione costante tra motricità e sessualità, non può sostenere, a nostro avviso, una valida metodologia della psicomotricità. Nella nostra prospettiva strutturalista, il relazionale e il funzionale non sono due aspetti semplicemente complementari dello sviluppo, ma intervengono nel comportamento senza potere essere distinti e in totale interdipendenza.
C) RIFERIMENTI BIOLOGICI
Il termine di funzionale che caratterizza la nostra concezione rinvia naturalmente a un’analisi biologica, che accompagna necessariamente l’analisi psicologica. Pertanto, il movimento che è il supporto della nostra azione, può intervenire nel gioco dell’insieme delle funzioni organiche, ma ha un’azione privilegiata sul sistema nervoso centrale. Il muscolo non è soltanto l’organo del movimento, ma è anche un organo sensoriale che invia in permanenza un flusso di informazioni propriocettive, che hanno un’importanza fondamentale nella struttura dello schema corporeo. Il sistema nervoso, secondo la concezione attuale delle neuroscienze, può essere considerato un canale di comunicazione la cui efficacia dipende dal numero e dall’organizzazione dei circuiti relativi alle sinapsi. Alla nascita, il numero delle sinapsi è considerevole e, attraverso la relazione dell’organismo all’ambiente, un certo numero di circuiti si stabilizzano, mentre altri spariscono.
La teoria dell’epigenesi per stabilizzazione selettiva di J.P. Changeaux, conferisce all’attività dell’organismo, e in particolare al movimento, un ruolo fondamentale nell’organizzazione funzionale del sistema nervoso centrale. Il legame tra le diverse informazioni, interne ed esterne (integrazione sensoriale e strutturazione percettiva), confluisce nelle risposte motrici e mentali. Partiamo, dunque, dall’ipotesi che i fenomeni mentali legati ai fenomeni motori, hanno la loro sede nel sistema nervoso centrale e che meccanismi comuni giustificano la possibilità di intervenire, attraverso il movimento, sui processi mentali e viceversa. Tale è la finalità della Psicomotricità Funzionale. E ciò non implica alcuna presa di posizione sui legami di causalità tra una categoria e l’altra.
CONCLUSIONE
La Psicomotricità Funzionale non è un tipo di comportamento particolare, né una facoltà diversa, né una tecnica educativa o terapeutica. E’ una visione globale e pluridisciplinare che, appoggiandosi sugli sforzi di aggiustamento motorio del soggetto in situazione, contribuisce all’organizzazione funzionale della condotta umana, sia strumentale che mentale. La Psicomotricità Funzionale traduce l’esperienza del corpo, quale vissuto e dinamicamente strutturato, integrato in posizioni, gesti e automatismi motori, in relazione con gli altri e con il mondo. La Psicomotricità Funzionale si applica al soggetto che si sviluppa nella “normalità”, a colui che ha delle disarmonie evolutive oppure a colui che è nato con handicap.
Si applica a tutte le età per permettere il migliore sviluppo possibile, il mantenimento delle acquisizioni e il loro recupero in caso di eventi patologici.
Jean Le Boulch
INTRODUZIONE
Nel percorso evolutivo della Psicocinetica, disciplina elaborata in maniera originale da Jean Le Boulch, ci si trova nella fase in cui è necessario collocare la Psicocinetica al posto giusto nel panorama delle scienze umane applicate.
Il percorso di definizione della Psicocinetica come disciplina autonoma si è intensificato e focalizzato fortemente negli ultimi tre anni, ma parte da lontano: parte da Jean Le Boulch stesso, uomo e scienziato, parte dalla sua esperienza professionale e dal modo in cui egli, a sua volta, ha fatto intendere come fosse necessario trovarle un posto proprio e, contemporaneamente, riconoscere quanto dovuto agli apporti di altre scienze e dei loro recenti sviluppi.
Quando Jean Le Boulch elabora il suo approccio, coerentemente, approfondisce la sua formazione personale dall’educazione fisica alla biologia alla psicologia, non accontentandosi di una visione specialistica e settoriale, ma arrivando a sintesi in una nuova disciplina, che definisce, anche per contrapposizione, Psicocinetica.
Una nuova disciplina che, pur avendo e riconoscendo radici profonde in altre scienze, si caratterizza sia per la novità del suo oggetto di studio, sia per le prassi, sia per la capacità di dispiegare un punto di vista globale sul Soggetto (autonomo e attivo nella costruzione del suo mondo e del mondo), in linea con gli sforzi di altre scienze umane applicate, e con i cambiamenti in corso del paradigma scientifico di studio e osservazione dell’essere umano.
Da quando ci si è accorti di quanto fosse importante e non più dilazionabile dare un posto autonomo alla Psicocinetica, per progressiva chiarificazione, si è arrivati a una prima bozza di presentazione dei presupposti che conferiscono dignità scientifica alla materia.
In sintonia con la natura stessa della disciplina e del suo fondatore, la Psicocinetica sta attuando un processo di emancipazione e di individuazione, in termini di riflessione su se stessa, del tutto inusuale nel panorama delle scienze applicate, ma del tutto coerente con la sua matrice fondativa.
Storicamente, infatti, il processo di attribuzione del carattere di scientificità ad una nuova disciplina è stato di natura esterna alla disciplina stessa, da parte principalmente della filosofia e delle scienze “forti” (con conseguenze a volte non desiderate, uno per tutti, il riduzionismo a paradigmi altri).
Invece, e questo valore di processo è estremamente importante ed attuale, la Psicocinetica sta riflettendo su se stessa, in maniera del tutto originale, autonoma, per stabilire i criteri e le basi della propria validazione scientifica, per riconoscere la struttura coerente della propria capacità esplicativa, preparandosi comunque a un sano confronto con la comunità scientifica di riferimento, in atteggiamento non autoreferenziale e aperto alle scienze e discipline affini e amiche.
Perciò, nel seguito di questo documento sono sintetizzati alcuni concetti chiave della Psicocinetica e viene proposto un Glossario dei termini esclusivi di questa disciplina o di quelli che, pur usati n altri ambiti scientifici, in essa assumono un significato specifico.
DEFINIZIONE DELLA DISCIPLINA: la Psicocinetica è una scienza umana applicata allo sviluppo della persona, utilizzando il movimento.
DEFINZIONE DELL’OGGETTO DI STUDIO: l’oggetto scientifico della Psicocinetica è il movimento umano.
Molte discipline, dalla salute allo sport, se ne occupano, ma con approcci parziali. La Psicocinetica è l’unica disciplina che fa del movimento il suo oggetto di studio centrale e il suo focus esclusivo di indagine (lo stesso Le Boulch ricorda che “è in questa situazione variegata che, al suo nascere, la Psicomotricità si è posta come spartiacque fra una concezione di corpo da educare, ovvero dove è rilevante l’acquisizione di posture, gestualità, atteggiamenti consoni a un certo modo di stare nel mondo, e una concezione in cui le competenze psicomotorie, acquisite attraverso il movimento, assicurano i mezzi pratici per l’equilibrio fra l’affettivo e il cognitivo, fra il linguaggio della parola ed il linguaggio del corpo, fra il vissuto corporeo incosciente e quello cosciente”).
Si tratta quindi del movimento umano concepito come espressione di una condotta immediata dell’uomo presente al mondo e analizzato durante le diverse fasi dello sviluppo evolutivo in un’ottica funzionale e sistemica. Il movimento è visto come il filo conduttore lungo il quale si sviluppa la persona e l’autonomia del pensiero passa attraverso l’autonomia della motricità.
ORIGINALITA’:
l’originalità della Psicocinetica sta nel costruire una visione dello sviluppo della persona unitaria e autonoma, capace di dare vita a principi applicabili tanto all’educativo, quanto al rieducativo e al riabilitativo. La sua impostazione si caratterizza per:
essere fedele ai principi della fenomenologia e della psicologia delle situazioni e della condotta, considerando la persona come una totalità in relazione con un ambiente,
compiere un’analisi biologica che concepisce la funzione come un’attività complessa di elaborazione, integrazione e adattamento dell’organismo tramite un sistema nervoso i cui elementi si costruiscono e si gerarchizzano in un’interdipendenza che li rende polivalenti,
essere inscritta in un percorso di pedagogia attiva, in cui si creino circostanze utili al risveglio di bisogni e desideri, che favoriscano una migliore conoscenza e padronanza di sé.
NATURA DELLA DISCIPLINA:
la Psicocinetica è una scienza sistemica e fenomenologica.
CORNICE:
autonomia della persona; superamento dualismo corpo-mente; movimento come filo conduttore dello sviluppo.
APPROCCIO METODOLOGICO:
qualitativo, basato sulle evidenze di ricerca e sullo strumento della Ricerca – Azione, nel Qui e Ora, integrando gli aspetti relazionali, secondo il modello Prassi – Teoria – Prassi (la psicocinetica utilizza il movimento umano in tutte le sue forme e si pone sul piano della ricerca scientifica secondo il paradigma prassi-teoria-prassi partendo dal principio che sia il dato fenomenologico a richiedere una spiegazione scientifica la cui ipotesi debba sempre essere verificata nella prassi prospettando così “relazionale” e “funzionale” come le due facce della stessa medaglia. Con questo approccio i principi della Psicocinetica si applicano al bambino come all’adulto: variano solamente le modalità di intervento ed i supporti in relazione alle necessità individuali. I supporti , in particolare, si caratterizzano in rapporto a due categorie di movimenti che la prospettiva fenomenologica ha definito da molto tempo e in maniera eccellente: il movimento transitivo (o operativo secondo Le Boulch) e il movimento espressivo (cf. Buytendijk).)
PAROLE CHIAVE:
Psicomotricità Funzionale; Funzione di Aggiustamento; Funzione Sensoriale Muscolare; Funzione Energetica; Analisi Funzionale; Funzione di Interiorizzazione; Funzioni Psicomotorie Energetico/Affettive – Operative; Controllo Tonico; Aggiustamento Posturale; Corpo Proprio; Apprendimento per Rappresentazione Mentale.
TERMINI USATI IN MANIERA SPECIFICA:
Funzione; Motivazione; Intenzionalità; Funzione di Veglia; Postura; Attenzione; Vigilanza; Funzione Tonica; Percezione Corporea.
AMBITI DI APPLICAZIONE:
Promozione della salute; Educazione Psicomotoria; Rieducazione Psicomotoria; Terapia Psicomotoria; Relazioni Sociali; Posturologia Funzionale: Sport Educativo; Espressione Corporea e Comunicazione
FINALITA’:
“favorire l’espansione umana che permetta alla persona di situarsi e di agire nel mondo in trasformazione per: una migliore conoscenza e accettazione di sé, un migliore accomodamento della condotta, una autentica autonomia, l’accesso alla responsabilità nel quadro della vita sociale”.
MOVIMENTO UMANO:
oggetto di ricerca considerato come presenza del corpo al mondo in una condotta. L’atto motorio non è visto come un processo isolato, ma viene considerato come spostamento più o meno volontario di tutto o di una parte del corpo, in cui gli atteggiamenti corporei e le mimiche fanno da sostegno.
CONDOTTA:
unità significativa dell’insieme di reazioni fisiologiche, comportamenti esteriori (parole, movimenti), risposte mentali (concettualizzazione), prodotti materiali (opere artigianali o artistiche), dell’essere umano in situazione; il movimento acquista significato nei suoi rapporti con la condotta dell’essere nella sua totalità.
ENERGIA:
forza interiore alla persona, legata alla intenzionalità, che unifica e struttura il processo di adattamento. All’interno del SNC esistono due sotto-sistemi, uno trasporta energia (sistema diffuso che determina il tono di base, legato alla componente tonica del movimento), l’altro veicola informazioni , ascendenti e discendenti (sistema nervoso con funzione operativa, legato alla componente fasica)
FUNZIONE e FUNZIONALE:
i termini sono utilizzati con due accezioni complementari: sotto il profilo delle scienze umane il movimento è considerato come un mezzo che l’essere umano ha a disposizione per esprimersi, comunicare ed agire nel suo ambiente in funzione dei suoi bisogni e delle sue motivazioni; sotto il profilo delle scienze biologiche il movimento risulta dalle attività o funzioni proprie dell’organismo (funzione di nutrizione, funzione di relazione, funzione sessuale), coordinate dal SNC, il quale è anche supporto delle funzioni mentali (energetico-affettive e cognitive)
PSICOMOTRICITA’ FUNZIONALE:
forma di educazione della persona tramite il movimento che può essere adattata all’età ed alle esigenze particolari delle varie persone, anche in contesti terapeutici e rieducativi; si basa sui fondamenti scientifici della Psicocinetica.
ANALISI FUNZIONALE:
modalità di osservazione del livello delle funzioni psicomotorie operative (funzione di aggiustamento e funzioni senso-percettive) e mentali (energetico affettive e cognitive) non prese isolatamente ma collocate in un contesto (visione sistemica). Essa permette di mettere a punto il lavoro pratico confacente al livello funzionale di ciascuno.
FUNZIONE ENERGETICA:
espressione dell’attività della formazione reticolare che funge da trama al sistema nervoso specifico. La formazione reticolare (posta nel tronco encefalico, ma non solo) rappresenta un vero e proprio accumulatore di energia con un’attività propria, alla quale si aggiunge, costantemente, la somma delle afferenze sensoriali che giungono all’organismo. Questa funzione energetica viene esercitata in due direzioni: verso il muscolo a livello del quale essa mantiene un tono intrinseco (tono di base), e verso la corteccia cerebrale a livello della quale determina una certa soglia di vigilanza.
FUNZIONE ENERGETICO-AFFETTIVA:
attività che esprime una energia modulata col contributo delle Strutture Limbiche, legate al loro ruolo di memorizzazione e confronto fra i bisogni presenti e le esperienze passate.
FUNZIONI PSICOMOTORIE OPERATIVE:
insieme della funzione di aggiustamento e delle funzioni senso-percettive.
FUNZIONE DI AGGIUSTAMENTO:
proprietà fondamentale del SNC fondata sulla plasticità dell’organizzazione sinaptica, che permette al soggetto di dare risposte motorie in modo personale in una data situazione; a seconda dei livelli di coinvolgimento funzionale del SNC si può parlare di aggiustamento per prove ed errori, aggiustamento percettivo o per dissociazione e aggiustamento per programmazione mentale.
(Ne consegue l’importanza, nello sviluppo e in ogni apprendimento, della fase di aggiustamento globale che l’educatore ha il dovere di rispettare, suscitare e facilitare, mediando il rapporto con la realtà tramite una esaltazione delle capacità percettive dei soggetti.)
FUNZIONE SENSO-PERCETTIVA:
funzione tramite la quale avviene l’organizzazione dei dati riguardanti sia l’Ambiente (informazioni esterocettive) sia il corpo proprio (informazioni propriocettive).
CORPO PROPRIO:
il proprio corpo inteso sia come globalità che come struttura costituita dai vari segmenti nei loro rapporti reciproci.
(L’azione educativa, rivolta in particolare a questo ultimo, assume un ruolo essenziale nell’esercizio e nell’ affinamento della funzione d’interiorizzazione (percezione del corpo proprio).)
FUNZIONE SENSORIALE E MUSCOLARE:
riguarda il campo propriocettivo determinato dal muscolo striato e dagli organi locomotori annessi (ossa e articolazioni) che rappresentano un campo sensoriale completo, fatto di sensazioni di tensione muscolare, sensazione di spostamento dei segmenti corporei gli uni in rapporto agli altri, sensazioni di pressione del corpo al suolo o sensibilità cutanea profonda, sensazioni labirintiche per i riferimenti della posizione del corpo in rapporto alla gravità. La funzione muscolare striata è una funzione motoria che si manifesta sotto forma di contrazione tonica permanente (mimica e postura) e contrazione fasica (movimenti e gesti) determinando informazioni sensoriali di ritorno (informazioni propriocettive).
FUNZIONE DI INTERIORIZZAZIONE:
funzione che permette alle informazioni propriocettive inconscienti provenienti dal corpo proprio di arrivare a livello cosciente, attraverso la presa di coscienza e la verbalizzazione delle proprie sensazioni.
CONTROLLO TONICO:
azione volontaria volta a modulare in modo consapevole il proprio tono, ciò che permette il passaggio da un aggiustamento impulsivo ad un aggiustamento controllato.
AGGIUSTAMENTO POSTURALE:
forma di aggiustamento che si struttura durante lo sviluppo attraverso una regolazione personale della propria postura sulla base delle diverse prassie che vanno automatizzandosi. Si passa da un aggiustamento posturale globale in cui la postura è regolata per prove ed errori (schema corporeo inconsciente) ad un aggiustamento con rappresentazione mentale, molto preciso e che riguarda in particolare il controllo dell’asse corporeo e la solidarizzazione bacino-tronco (schema corporeo cosciente).
APPRENDIMENTO MOTORIO:
processo attraverso il quale avviene la progressiva sincronizzazione fra i dati tonici (aggiustamento posturale) e i dati della coordinazione, attraverso relazioni sinaptiche progressive che sfociano in automatismi (apprendimento motorio globale o per tentativi ed errori). Il secondo livello di apprendimento motorio, l’apprendimento motorio con rappresentazione mentale, spesso richiede una modifica dell’aggiustamento posturale naturale globale (passaggio da schema corporeo inconsciente a quello cosciente) affinché il gesto o l’azione possano usufruire di un supporto adeguato che li renda efficaci.
PSICOMOTRICITA’:
Tuttora non esiste una sua definizione univoca. Si parlava inizialmente di rieducazione psicomotoria (“il trattamento delle malattie dette mentali passava attraverso l’azione sul corpo e sui suoi movimenti”).
(Successivamente, gli studi della psicanalisi hanno spostato l’attenzione sugli elementi affettivo-emotivi legati allo sviluppo, trascurati in precedenza. Di conseguenza, la rieducazione psicomotoria, in contesto psicoanalitico, incentrata sulla dimensione relazionale, si è venuta a trovare orientata più verso una terapia psicomotoria, abbandonando quasi totalmente l’obiettivo educativo. L’ipotesi venne confutata dai Comportamentisti i quali sostenevano con Skinner che è più importante sapere quali siano le variabili che mantengono un certo comportamento piuttosto che conoscere come un comportamento sia stato acquisito nel passato, richiamando così l’attenzione al presente e non al passato. Infine vi è una terza corrente che ha contribuito allo sviluppo del concetto di psicomotricità odierno ed è quella pedagogica alla quale appartiene Le Boulch. Essa è nata dalla necessità di una rivalutazione dell’educazione del corpo e della persona, non più distinta in corpo e mente, ma nella sua totalità.)
CORPO:
Nella Psicocinetica il corpo assume due significati specifici e interrelati: uno relativo ai fattori di esecuzione che dipendono dal sistema muscolare e dal sistema di nutrizione; l’altro, costituito dal sistema nervoso centrale che coordina l’insieme degli altri sistemi e serve da supporto alle funzioni mentali.